Molte volte, anche senza accorgercene, ci concentriamo intensamente sulle vite degli altri, dimenticando di seguire la nostra strada in modo autentico, liber* da influenze esterne riguardo punti di vista e valori. Spesso attribuiamo eccessiva importanza a ciò che pensano, alle aspettative che possono avere su di noi, e ciò spesso finisce per deluderci.
Tuttavia, una volta che comprendiamo il potere dell’accettazione e della capacità di lasciare andare il peso delle aspettative altrui, possiamo finalmente respirare liberamente e continuare il nostro cammino con maggiore serenità, sentendoci finalmente alleggerit* dal fardello.
Quando ci sentiamo responsabili della felicità degli altri e delle scelte che fanno o non fanno nella loro vita, e quando il nostro aiuto viene respinto, si creano tensioni nelle relazioni, senza che riusciamo a comprenderne la causa. Questo costante senso di frustrazione può influire negativamente su di noi, allontanandoci dalla gioia che è intrinseca in noi stess*.
Accettare non significa ignorare gli altri, allontanarci dalle persone a cui teniamo e percorrere il nostro sentiero da sol*. Al contrario, implica accettare le persone a noi care per ciò che sono, accoglierle e ringraziarle per il significato che portano nelle nostre vite e permettere loro di fare le scelte che ritengono più giuste per il loro percorso di crescita ed evoluzione.
Sulla base delle esperienze che ho vissuto personalmente, ho impiegato molto tempo per cogliere appieno il potere dell’accettazione e per imparare a vedere le situazioni da un’ottica diversa. Ora, mi rendo conto che concentrarmi esclusivamente su ciò che è veramente significativo per me e che nutre la mia anima mi consente di essere ancor più presente nella vita delle persone a cui tengo, facendolo in modo più autentico e privo di giudizio.
Capire il potere dell’accettazione
Per quanto mi riguarda, tutto ha inizio quando ho preso la decisione di affrontare il senso di colpa che spesso mi assaliva e di cui desideravo liberarmi. Ero stanchissima di portare il peso di “dovermi” prendere cura di tutti, persino quando nessuno lo richiedeva. Le radici di questa tendenza risalgono chiaramente alla mia infanzia, ma non mi dilungherò in dettagli su questo punto.
Avvertivo una pesante responsabilità nei confronti delle persone a me più vicine, come se la loro felicità dipendesse da me. Questo comportamento, però, non lo accettavo più, poiché mi allontanava dai miei veri bisogni e distraeva la mia attenzione dal mio percorso di crescita personale e dai traguardi che desideravo realizzare nella mia vita. Molto spesso, finivo per dare consigli non richiesti, assumendo il ruolo di un’insegnante sempre pronta a criticare e quasi a voler dimostrare di sapere cosa fosse giusto per gli altri.
Non agivo con cattiveria, ma si trattava di un meccanismo totalmente automatico radicato nel mio passato, un tratto che non apparteneva più alla persona che ero diventata, ma alla bambina delle elementari che desiderava ardentemente il benessere delle persone a lei care, perché non le voleva vedere soffrire.
Con il passare degli anni, ho imparato che se non lavoriamo su noi stess*, questi comportamenti, ormai diventati inconsci, continuano a far parte di noi, che lo vogliamo o meno. Condizionano la nostra vita, le relazioni con gli altri, il lavoro e persino i nostri desideri. Arriviamo al punto in cui non siamo più sicur* se ciò che vogliamo appartenga veramente a noi o sia il riflesso dell’identità di qualcun altro che ci sta accanto.
Tuttavia, una volta che portiamo alla nostra consapevolezza questi meccanismi inconsci, abbiamo la possibilità di liberarcene, di abbracciare il potere dell’accettazione che ci sussurra da sempre nell’orecchio: “non puoi cambiare le persone intorno a te, ma puoi solo accettarle e decidere di iniziare il cambiamento da te stess*”.
Potere dell’accettazione e Terapia della Gestalt
Durante una delle mie sessioni di terapia, la mia terapeuta mi ha fatto conoscere la cosiddetta “preghiera della Gestalt“, scritta da Fritz Perls, padre della Gestalt. Ritengo che questo testo sia una vera perla per chi sta lavorando su se stess* e/o sia alla ricerca di risposte.
Inoltre, ho notato molte similitudini tra questa preghiera e la filosofia di PSYCH-K® che mi fa piacere condividere con te, soprattutto perché è stata per me una fonte di illuminazione e un autentico punto di svolta per scoprire il potere dell’accettazione.
Dopo la preghiera leggerai altre citazioni di Fritz Perls che secondo me vanno di pari passo con l’argomento che stiamo affrontando assieme.
“Io sono io. Tu sei tu.
lo non sono al mondo per soddisfare le tue aspettative.
Tu non sei al mondo per soddisfare le mie aspettative.
lo faccio la mia cosa. Tu fai la tua cosa.
Se ci incontreremo sarà bellissimo;
altrimenti non ci sarà stato niente da fare.”
Altre citazioni di Fritz Perls
“Se ti assumi la responsabilità di quello che stai facendo, del modo in cui produci i tuoi sintomi, del modo in cui
produci la tua malattia, del modo in cui produci la tua esistenza
– al momento stesso in cui entri in contatto con te stesso –
allora ha inizio la crescita, ha inizio l’integrazione“
“Assumersi responsabilità per un altro,
interferire con la sua vita e sentirsi onnipotenti sono la stessa cosa”
“Sarò con te. Sarò con te con il mio interesse, la mia noia, la mia pazienza, la mia rabbia, la mia disponibilità.
Sarò con te […] ma non ti posso aiutare.
Sarò con te. Tu farai quello che riterrai necessario”
“La consapevolezza di per sé può essere curativa.
Dato che con una piena consapevolezza si diventa auto-consapevoli
dell’autoregolazione dell’organismo,
si può lasciare che l’organismo prenda in mano la situazione senza interferire,
senza interrompere: della saggezza dell’organismo ci si può fidare.
Di contro a questo atteggiamento troviamo l’intera patologia dell’auto-manipolazione, del controllo ambientale e
via dicendo, che interferisce con i sottili meccanismi dell’autoregolazione dell’organismo”
Essere la propria priorità
Ciò che questi testi ci insegnano è l’importanza di riconoscere e rispettare sia la nostra identità e individualità che quella degli altri. Ognun* di noi è un individuo unico con i propri pensieri, sentimenti e obiettivi, e questa diversità deve essere apprezzata. Non dovremmo cercare di vivere la nostra vita in base alle aspettative degli altri, né dovremmo aspettarci che gli altri lo facciano nei nostri confronti.
Spesso, siamo portat* a pensare che qualcun altro dovrebbe soddisfare le nostre esigenze, ma quando ci concentriamo sul nostro percorso di crescita, scopriamo che molte delle risposte che cerchiamo sono già dentro di noi. Possiamo congratularci con noi stess* nei modi che ci aspettiamo da altri, possiamo darcene merito e dire a noi stess* “ottimo lavoro!“.
Assumendo la responsabilità delle nostre azioni, dei nostri pensieri e dei nostri sentimenti, possiamo iniziare a integrare i vari aspetti della nostra individualità.
Questo significa che iniziamo a conoscerci davvero, a esplorare le diverse sfaccettature della nostra personalità che emergono in diverse situazioni della nostra vita quotidiana. Capire da dove provengono queste diverse parti di noi stess*, il perché emergono e quale scopo servono, diventano punti di partenza essenziali per l’integrazione.
D’altra parte, quando ci sforziamo di controllare o di assumerci la responsabilità della vita di altre persone, finiamo per danneggiare e limitare sia noi stess* che gli altri. C’è una sottile linea di demarcazione tra il dare l’esempio ispirando autenticamente gli altri e diventare autoritari, comportandoci come se la nostra strada fosse l’unica giusta.
Tuttavia, possiamo fare una scelta diversa e essere presenti per le persone che amiamo, offrendo il nostro supporto quando ci viene chiesto e consentendo loro di affrontare le loro sfide e decisioni personali in totale autonomia. Questo è un aspetto cruciale perché ognun* di noi affronta le proprie battaglie quotidiane e ognuna di esse rappresenta una lezione che ci aiuta a crescere e a ottenere una comprensione più profonda della vita.
Un altro importante parallelismo con PSYCH-K® che reputo fondamentale riguarda la consapevolezza e la fiducia nell’auto-regolazione del nostro organismo.
Questo significa che il nostro corpo è dotato di intelligenza intrinseca e sa cosa è meglio per noi e cosa è sbagliato. Il corpo è il veicolo attraverso il quale la nostra guida interiore si manifesta, comunicando con noi, insegnandoci lezioni e indicandoci la strada da seguire. Lasciare andare il controllo e fidarci della saggezza interna richiede coraggio, ma ci consente di liberarci dai vincoli auto-imposti o imposti dagli altri.
La fiducia nel nostro corpo è liberatoria e curativa, poiché sa come auto-regolarsi e rigenerarsi, proteggendosi quando necessario.
Il potere dell’accettazione sta proprio in questo: lasciare andare il controllo e vivere la vita in maniera più autentica, libera e pacifica con noi e gli altri.
Accettazione vuol dire fiducia
Quando affrontiamo temi come il potere dell’accettazione e il lasciar andare, può sembrare tutto così semplice in teoria, ma richiede una straordinaria forza interiore e un profondo amore per noi stess* e gli altri.
Parlo di amore perché lasciar andare implica amare incondizionatamente le persone che ci circondano e rispettare le loro scelte di vita, indipendentemente dal fatto che le consideriamo giuste o sbagliate. Il vero potere dell’accettazione risiede nell’avere fiducia che le cose si sistemeranno e andranno bene, prima di tutto per noi stess*.
Poiché siamo co-creatori della nostra realtà, dobbiamo prestare la massima attenzione alla vita che desideriamo e ai passi da compiere per avvicinarci ad essa. È essenziale avere un profondo rispetto per i nostri sogni e una grande compassione per le emozioni che emergono durante il nostro percorso. Se ci lasciamo sopraffare dalle emozioni quando cerchiamo di controllare la vita degli altri, non saremo mai padron* delle nostre reazioni né della nostra stessa vita.
Una volta che riusciamo a concentrare corpo, mente e anima nella creazione del nostro sogno, siamo in grado di aiutare gli altri in modo più sano. Le nostre azioni e il nostro linguaggio non verbale, da questo momento comunicano la nostra serenità interiore e il ritrovato amore per noi stess*, e questo amore si riflette positivamente nel nostro rapporto con il resto del mondo.
Così facendo, una volta scoperto il potere dell’accettazione, diventiamo degli esempi per gli altri che si chiederanno cos’è cambiato in noi. In quel momento ci rendiamo conto di quanto lottare non sia mai servito a nulla.
Inizia così la nostra rinascita.